Non voterò PD per paura della Meloni. Come tutti gli uomini e le donne di sinistra della mia generazione sono abituato ad accettare che a vincere le elezioni siano persone che hanno idee diverse dalle mie e lo scontro fra conservatori e progressisti, inevitabile in un paese democratico, ha da sempre vicende alterne, in Italia ed altrove.

Voterò PD sperando che abbia una affermazione importante, dunque, ma sapendo che, se si troverà in minoranza, potrà dare comunque un contributo importante di proposte e di idee, in Parlamento e nel paese: le buone ragioni di chi crede nel progresso e nella giustizia sociale fanno breccia anche nella attività di governo dei politici più conservatori, infatti, come a lungo è accaduto, in Italia, dal giorno in cui ci siamo liberati dalla guerra e dal fascismo.

Siamo stati governati a lungo dalla DC e dai conservatori e a lungo dall’opposizione abbiamo lavorato per aiutare il paese a crescere anche mentre a governare erano loro: con risultati importanti per difendere i diritti di tutti, dalla riforma sanitaria allo statuto dei lavoratori, dalle leggi sul divorzio e sull’aborto a quella che permise la chiusura dei manicomi. Per farlo ancora dobbiamo crederci però ed essere sufficientemente forti. Senza lasciarci prendere dallo sconforto e senza disperdere i nostri voti.

Nel ricordo, per me fondamentale, di un uomo come Enrico Berlinguer.